ESG: le imprese e i nuovi bisogni degli investitori

Qual è il punto in comune tra le relazioni con gli investitori e lo sviluppo sostenibile? L’ESG . Il crescente interesse degli investitori per le performance extra-finanziarie ha portato all’incontro tra due ambiti che per molto tempo sono stati trattati dalle imprese separatamente e in maniera ben distinta. Capiamo quali sono le sfide e le conseguenze in materia di organizzazione.

Lo scorso novembre Kering ha organizzato un road show per i suoi investitori istituzionali chiave. I road show sono delle iniziative indispensabili per le aziende quotate in borsa. Questi appuntamenti distribuiti in più giorni puntano a presentare la strategia, i risultati e le prospettive di un’azienda agli investitori esistenti o potenziali. A questi eventi di solito partecipano esclusivamente la direzione generale e i team delle relazioni con gli investitori. In questo caso, invece, il Direttore finanziario del Gruppo Jean-Marc Duplaix era accompagnato da Marie-Claire Daveu, Direttrice dello sviluppo sostenibile (link alla doppia intervista). Erano presenti anche Sophie L’Helias, Amministratrice referente, (link all’intervista) e Eric Sandrin, Direttore giuridico di Kering e responsabile delle questioni di governance. Perché hanno partecipato anche loro? L’evento era interamente dedicato all’ESG.

Un tema diventato centrale in pochi mesi

Kering ha dedicato un road show a questo tema e ha invitato questi partecipanti per la seconda volta, dopo un primo esperimento molto fruttuoso nel 2019. Ormai da due anni, l’ESG è diventato un elemento fondamentale per la comunità finanziaria, che attualmente considera questo insieme di fattori non solo e unicamente dal punto di vista del rischio, ma anche delle opportunità e del vantaggio concorrenziale. Questa tendenza è iniziata qualche anno fa ed è stata accelerata dalla crisi sanitaria. Claire Roblet, che si occupa delle relazioni con gli investitori nel suo ruolo di Direttrice della comunicazione finanziaria, ha potuto osservare questa dinamica in prima persona. “Nel 2018 abbiamo ricevuto 20 richieste di investitori relative ai fattori ESG, nel 2019 siamo saliti a 42, a fine novembre 2020 siamo già a oltre 50 richieste e interazioni”, afferma, parlando anche della grande eterogeneità dei profili dei suoi interlocutori, investitori e analisti. “Tra fondi specializzati in questi aspetti già da diversi anni, che hanno acquisito una solida competenza e talvolta si focalizzano su ambiti molto precisi, e profili più generali che trattano l’ESG in maniera globale, i bisogni sono molto diversificati”. Per far fronte all’aumento delle richieste e alla loro eterogeneità, Claire Roblet ha assunto uno specialista responsabile di ESG nel suo team, che si occupa delle richieste “generali” e collabora con gli esperti delle direzioni Sviluppo sostenibile, Risorse umane e Giuridica per elaborare risposte personalizzate sugli aspetti più tecnici.

Per alcune richieste è necessario approfondire ancora di più la ricerca. “Siamo considerati tra gli attori più competenti in materia di ESG, perché parliamo di questa tematica già da diversi anni”, prosegue Claire Roblet. Alcuni investitori si rivolgono quindi a noi già dalle primissime fasi di un processo di investimento, per comprendere le sfide di alcune tematiche in particolare. Spesso riceviamo anche delle richieste dai broker1 per intervenire in conferenze di cui si parla di ESG per i loro clienti. Proprio di recente ci è stato chiesto di intervenire durante una conferenza sull’economia circolare”. La Direzione finanziaria si è quindi rivolta al team di Michael Beutler, responsabile delle operazioni di sviluppo sostenibile, per raccogliere i dati più coerenti con questo argomento. “Naturalmente avevamo già degli strumenti di monitoraggio e di reporting interni, ma avevamo bisogno di raccogliere gli esempi più calzanti e di presentarli in maniera chiara e concisa per questa richiesta”, spiega Michael Beutler. Entrato in Kering nel 2011, Michael Beutler vede l’interesse crescente per le tematiche ESG come un elemento molto favorevole: “Gli scambi con gli investitori sono sempre più interessanti e istruttivi. La dinamica attuale è molto positiva perché ci spinge a essere sempre più trasparenti. Conferma anche la necessità della standardizzazione delle pratiche. Oggi esistono circa 60 indici e classificazioni relativi all’ESG. Per gli investitori e le aziende è ormai fondamentale una griglia di lettura comune”.

La regolamentazione, un motore del cambiamento

I progressi normativi in materia di reporting extra-finanziario sono un altro motore del cambiamento in questo settore in pieno sviluppo. Nell’ambito dell’European Green Deal, l’Unione europea chiederà infatti alle aziende di pubblicare, a partire dal 2022, nuove informazioni per dimostrare in che misura la loro attività può essere considerata sostenibile. Si tratta di un’operazione complessa perché i dati e i criteri possono variare considerevolmente da un’attività all’altra. I team delle Direzioni Finanza e Sviluppo sostenibile lavorano già su queste questioni. “Allo stesso modo, sul cambiamento climatico le raccomandazioni del TCFD2 hanno portato a galla nuovi bisogni per gli investitori, per i quali è necessario modificare il modo in cui creiamo i modelli della nostra esposizione e gestiamo il rischio in termini finanziari”, spiega Michael Beutler. È uno degli assi sui quali lavoriamo in questo momento con i team di Claire”. Quest’ultima conferma: “La convergenza del finanziario e dell’extra-finanziario noi la viviamo ogni giorno! Si concretizza in un dialogo costante e fluido con la Direzione Sviluppo sostenibile, ma anche con la Direzione delle Risorse umane e con le nostre Maison”.

Di recente, la tematica della fine della vita dei prodotti è emersa sempre più spesso nelle domande degli investitori. Per inserirla nel suo dispositivo di reporting, Kering nel 2020 ha condotto uno studio su vasta scala sul modo in cui i clienti del Lusso si prendono cura dei loro prodotti e se ne separano in seguito. L’obiettivo era tracciare i dati ambientali e stimare gli impatti legati alle fasi d’uso e di fine vita dei prodotti per poi inserirli nell’EP&L, lo strumento di reporting ambientale sviluppato da Kering. Sul lungo termine, questo permetterà all’EP&L di monitorare l’intera catena del valore del Gruppo, da monte a valle. “Questi dati dovrebbero essere pubblicati per la prima volta nell’EP&L 2021”, annuncia Michael Beutler che conclude: “Il reporting integrato vive una fase di enorme sviluppo e molte imprese hanno fatto grandi passi avanti a riguardo in poco tempo. Questo ci motiva ancora di più a restare estremamente attivi. Spesso abbiamo ottimi punteggi nelle classifiche3 e non intendiamo mollare la presa”.


1 Intermediari finanziari tra gli investitori e le aziende

2 Task force on climate disclosure, gruppo di lavoro sulle informazioni finanziarie legate al clima

3 In particolare, Kering è presente per il nono anno consecutivo nel Dow Jones Sustainability Index (DJSI), una delle classifiche più note al mondo, con un punteggio di 85/100.