In che modo Kering unisce il lusso con l’innovazione

Contrariamente all’immagine talvolta conservatrice del settore, l’innovazione è sempre stata centrale nell’idea di lusso di Kering. Come si inserisce nella strategia del Gruppo? Come viene implementata concretamente? Lo scopriamo con Grégory Boutté, Chief Client & Digital Officer di Kering.

Grégory Boutté
Responsabile del Lab e Chief Client & Digital Officer

Vi diamo il benvenuto in rue Monsieur, 15-17 

Nel cuore della Rive Gauche, a due passi dalla sede centrale di Kering, uno storico hôtel particulier coniuga i codici del lusso con quelli di una start-up. Touch screen, lavagne bianche e sale workshop si affiancano a opere d’arte e design contemporaneo. Vi diamo il benvenuto al “Kering Imagination Lab”. Ogni giorno, questi spazi adattati ai nuovi modi di lavorare riuniscono i team digitali e di innovazione di Kering. “Fin dalla sua creazione, questo luogo è stato pensato come l’incarnazione della digitalizzazione del Gruppo e come l’espressione dell’incontro tra lusso e innovazione”, afferma Grégory Boutté, responsabile del Lab e Chief Client & Digital Officer di Kering. Lontano dai cliché del lusso inaccessibile e segreto, rue Monsieur 17 è un luogo aperto, uno spazio di confronto accessibile a tutti i dipendenti del Gruppo. Il Lab ospita numerose iniziative volte ad alimentare e far crescere la cultura digitale dell’intera organizzazione. Di recente sono stati organizzati un talk con José Neves, fondatore di Farfetch, trasmesso in diretta sul social network interno di Kering, e un hackathon in cui hanno gareggiato team di dipendenti di tutte le attività e marchi del Gruppo.

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L’innovazione, una questione importante per tutti

Da Kering “l’innovazione è una cultura che si estende a tutta l’organizzazione. Tutti riflettono su come innovare nella loro professione”, spiega Grégory Boutté. “Quando cogliamo un’opportunità per soddisfare al meglio le esigenze dei nostri clienti o gestire meglio la nostra attività, indipendentemente dal dipartimento interessato, stiamo innovando”, aggiunge. Una visione portata ai massimi livelli da François-Henri Pinault e legata a una forte convinzione: dallo sviluppo del prodotto alla distribuzione, compreso l’approvvigionamento delle materie prime, l’innovazione deve migliorare ogni fase della catena del valore del lusso.

In ambito digitale non si tratta quindi di “fare innovazione fine a se stessa”, precisa Grégory Boutté, ma di “chiedersi come i dati e le piattaforme digitali possano consentire a Kering di servire meglio i propri clienti e la propria attività”. In concreto, si tratta di sfruttare le possibilità offerte dai dati e dalle piattaforme digitali per accelerare la crescita delle maison (Digital for Growth), migliorare la customer experience (Digital for Customers) e contribuire alla riduzione dell’impronta ambientale delle nostre attività (Digital for Good). Il tutto nel quadro di una stretta collaborazione tra le maison, i team digitali e i team IT del gruppo.

L’uso dell’intelligenza artificiale, ad esempio, consente al Gruppo di perfezionare le previsioni di vendita e produrre nel modo più accurato possibile. L’intelligenza artificiale permette anche di rispondere meglio alla domanda dei clienti, limitare i prodotti invenduti e ridurre l’impronta ambientale. Un altro esempio è la progettazione 3D che, rimuovendo alcuni vincoli materiali legati allo sviluppo del prodotto, consente di incrementare le possibilità di creazione.

Prevedere il lusso di domani

I team di Grégory Boutté stanno anche esaminando modelli di business emergenti e innovazioni rivoluzionarie che potrebbero cambiare il modo in cui viene consumato il lusso. Per far fronte a queste nuove tendenze, Kering sta implementando un approccio in due fasi.

La prima consiste nel “farsi delle opinioni su argomenti potenzialmente disruptive e su come potrebbero essere integrati nel modello Kering per soddisfare al meglio i propri clienti”, spiega Grégory Boutté. In questa fase, indipendentemente dall’innovazione a cui si punta, il criterio fondamentale è sempre lo stesso: un’innovazione è considerata rilevante solo quando potenzia l’esperienza del lusso. “Il nostro ruolo è identificare le innovazioni che potrebbero aumentare la magia del lusso”, spiega. Questa regola d’oro ha portato Kering a escludere, per esempio, l’esperienza dello smart mirror nei negozi o, al contrario, a implementare con successo l’applicazione Luce, che consente di offrire un servizio più personalizzato ed efficace ai clienti in negozio.

Per scartare o confermare le loro ipotesi, i team di innovazione cercano di testarle in condizioni reali, lanciando progetti pilota con alcune Maison o acquisendo quote di minoranza in alcune start-up, grazie a Kering Ventures, una struttura di investimento creata appositamente per questo scopo. Il percorso intrapreso con Vestiaire Collective, start-up in cui Kering ha investito e con cui Alexander McQueen e Gucci stanno attualmente lavorando per sviluppare un servizio di seconda mano su misura (Resale as a service) è un buon esempio di questo approccio.

Lavorare con le start-up, imparare da loro, testare idee su piccola scala, tenere conto dei feedback… È questo processo iterativo, caratteristico dei metodi di sviluppo agili, che consente a Kering di prevedere gli sviluppi nel lusso a medio e lungo termine, di prepararsi per il cambiamento e di acquisire un vantaggio competitivo su questioni che emergeranno in futuro. Competenze e cultura che, diffuse in tutta l’organizzazione, consentono a Kering di continuare a fare da apripista e inventare il lusso di domani.