«Con l’Alta Gioielleria, Pomellato si muove in una nuova direzione»

Sabina Belli è CEO di Pomellato dal 2015. In questa intervista ripercorre le origini della Maison e ne spiega la strategia di sviluppo, dal lancio della collezione di Alta Gioielleria all’espansione internazionale.

Sabina Belli, CEO di Pomellato.

Cosa rende Pomellato così unico?

«Per comprendere Pomellato, dobbiamo tornare al 1967, quando Pino Rabolini fondò la Maison. All’epoca Milano viveva un’incredibile effervescenza culturale, tanto che da qui si diffusero in tutta Europa le principali aspirazioni nate dalle rivoluzioni studentesche e dai movimenti di emancipazione femminile. In questa atmosfera unica nasceva una nuova concezione della gioielleria, che si staccava dalla sua interpretazione classica sperimentando il ready-to-wear, proprio come stava accadendo nella moda. Questa visione si tradusse in gioielli “accessibili”, più colorati e moderni, che potevano essere indossati quotidianamente. Erano creazioni pensate e realizzate per donne indipendenti e libere, propense all’acquisto del gioiello in prima persona. Questo è tutt’oggi il “quadro” che sta alla base del nostro posizionamento e della nostra strategia di crescita».


La Gioia, la prima collezione di Alta Gioielleria di Pomellato.

Qual è la strategia di sviluppo del brand? 

«Pomellato si spingerà sempre più oltre i suoi confini tradizionali, perché il suo posizionamento è oggi un asset di fondamentale importanza. Concretamente, Pomellato vuole rivolgersi a più donne in Europa, e nel mondo. Inoltre, il potere d’acquisto dei nostri più fedeli clienti è aumentato nel corso degli anni. Tenendo questo a mente, vogliamo rivolgerci anche alle generazioni più giovani e, naturalmente, a tutte le donne che non conoscono ancora la Maison. La nostra strategia di crescita si basa su due assi: l’espansione della nostra rete di negozi all’estero, in particolare in Asia, e l’estensione della nostra gamma nel segmento premium del mercato, l’Alta Gioielleria. Ovviamente nutriamo grandi speranze per il mercato cinese, che già presidiato con diverse boutique, vedrà crescere la nostra presenza in futuro, attraverso l’apertura di nuovi punti vendita. Contemporaneamente, espandere la nostra gamma preziosa rappresenta una strategia fondamentale e una spirale virtuosa. Il lancio della collezione di Alta Gioielleria nel 2020, step naturale all’interno della nostra dinamica di crescita, ha segnato una tappa indispensabile in questo senso. Questa scelta trova uno dei suoi fondamenti nella credibilità che Pomellato ha acquisito negli anni».


Negozio Pomellato a Shanghai.

Cosa vi ha condotto a questa scelta?

«L’ingresso di Pomellato nell’Alta Gioielleria avviene grazie a circostanze eccezionali. Si è trattato di un’opportunità che siamo stati in grado di cogliere, e di un passo naturale nell’evoluzione del brand. Negli ultimi anni Pomellato si è concentrato su un progetto preciso, quello di premiumizzare le collezioni esistenti per coprire il segmento più alto di mercato, con creazioni sempre più elaborate e preziose. Questa strategia è stata in parte dettata dalle richieste dei nostri clienti, decisamente pronti ad accogliere creazioni più importanti e sofisticate, in particolare quelle con diamanti e gemme rare. Ma anche dalla pandemia. Con il rallentamento della produzione nel 2020, abbiamo deciso di esplorare nuove possibilità insieme ai nostri 110 straordinari orafi di Milano. Ecco come è nata la nostra prima collezione di Alta Gioielleria. Restando fedeli ai codici e all’estetica della Maison, abbiamo impreziosito e reso più affascinanti le nostre più iconiche creazioni. Malgrado una crisi sanitaria senza precedenti e la conseguente chiusura di molti negozi, questa collezione ha riscosso un successo superiore alle nostre aspettative, persino con numerose vendite a distanza».

Cosa rappresenta l’Alta Gioielleria per il futuro di Pomellato?

«Il successo della nostra prima collezione di Alta Gioielleria, La Gioia, ha ispirato il suo secondo capitolo, presentato a luglio 2021. Le sue creazioni sono il risultato di due approcci creativi: le catene da una parte, fiore all’occhiello di Pomellato fin dalla sua nascita e molto poco utilizzate nell’Alta Gioielleria; e le gioie ispirate ai nostri pezzi classici dall’altra. Pezzi “vintage” sono stati scomposti, reiventati, immaginati in una forma diversa. Una scelta molto coraggiosa, in perfetta linea con la strategia di sviluppo sostenibile del nostro brand e di Kering. Porre l’accento sulla natura atemporale del lusso è un approccio ormai diffuso nella moda, ma inedito nella gioielleria del XXI secolo. Mai prima d’ora una Maison aveva osato integrare gioielli del passato in una collezione contemporanea. Ancora una volta Pomellato resta fedele ai propri valori, rompendo le convenzioni e infondendo nuova linfa a un mondo tradizionale, quello dell’Alta Gioielleria. Il successo della collezione La Gioia ci spinge a proseguire su questa strada. Entrando nell’Alta Gioielleria, Pomellato ha compiuto un passo strategico che gli ha fatto cambiare definitivamente direzione. Oggi la nostra Maison sta vivendo una vera trasformazione».